Tre anni fa la Caritas diocesana avviò una riflessione sul tempo che stiamo vivendo, con il metodo del vedere, giudicare, agire. Ci eravamo posti e ponemmo alcune domande. Che lettura facciamo della situazione sociale ed economica attuale? Quale giudizio siamo in grado di dare come cristiani alla luce della fede e del magistero della Chiesa? Come siamo interpellati e quali proposte possiamo fare ? Arrivarono contributi da associazioni, movimenti, Caritas parrocchiali, sacerdoti e persone impegnate a vario titolo nella comunità cristiana e civile. Ne scaturì un libretto con questo titolo: Crisi tempo di Grazia? Leggere i “segni dei tempi”.
Dopo tre anni riproponiamo quella riflessione sollecitati da una crisi che continua a fare vittime tra le famiglie e le fasce più deboli.
La fila alla Caritas si fa sempre più lunga e le situazioni di bisogno sempre più drammatiche. Molte domande di aiuto di chi viene alla Caritas si assomigliano: “Mio marito è stato licenziato, forse prenderà la disoccupazione, ma adesso siamo rimasti indietro di tre rate per l’affitto della casa”. Oppure: “Con i mille euro del mio stipendio paghiamo l’affitto e le bollette, con quello che prendeva mia moglie si mangiava e si mandavano a scuola i bambini. Adesso mia moglie è a casa e dobbiamo scegliere se rimanere al freddo o stare senza mangiare”. La crisi non riguarda solo gli immigrati. Quasi i due terzi delle famiglie che hanno ricevuto prestiti sono riminesi e le richieste sono prevalentemente per affitti, utenze e spese sanitarie. Nel frattempo è nato il progetto diocesano “Fondo per il lavoro>” ed è nato l’Emporio solidale per permettere alle famiglie bisognose di fare la spesa con una tessera a punti senza esborso di denaro (nei primi 20 giorni di settembre 219 spese e più di 9mila articoli acquistati da famiglie in difficoltà tramite la spesa solidale).
Quali sono i valori in gioco?
La crisi finanziaria attuale è nata e si è sviluppata nel mercato del credito americano: le “bolle speculative” sono diventate veri cicloni e i “titoli tossici” hanno inquinato tutto il mercato borsistico, creando gravi problemi nel mondo economico e produttivo. Ancora una volta l’ansia di veder crescere velocemente il profitto sul monitor del computer ha travolto i paletti di rischio. Anche la finanza ha bisogno dell’etica, la funzione del credito è quella di collegare il risparmio alla produzione. Efficienza e profitto non possono perdere la bussola d’orientamento della giustizia e della solidarietà.
don Renzo Gradara e Cesare Giorgetti