Donne che scappano. Donne che urlano. Donne che chiedono aiuto. Sono quasi trecento quelle che si sono rivolte a La Casa delle Donne di Rimini per chiedere sostegno sui più svariati temi. Ma sono molte di più quelle in difficoltà. Alcune tacciono, altre hanno paura. La violenza, sia essa fisica che psicologica, fa paura. Una violenza che spesso arriva ad uccidere. E l’assassino è sempre un uomo. Il marito, il compagno o un ex. «La Casa» è gestita dall’Amministrazione comunale ed è aperta tutte le mattine, dal lunedì al venerdì. Un punto di informazione e ascolto con servizi specifici come lo Sportello antiviolenza dell’associazione “Rompi il silenzio” o lo Sportello di consulenza legale.
“Le donne che si rivolgono a noi – dice Paola Gualano, presidente dell’associazione Rompi il silenzio – sono donne che subiscono violenza fisica o psicologica. Donne che non hanno la possibilità di mantenersi economicamente e che nel 99% dei casi sono state picchiate all’interno delle mura di casa e per di più davanti ai propri figli. Questo perchè vivono accanto a uomini che vogliono dimostrare qualcosa e che non hanno scrupoli. Spesso, infatti, la violenza inizia quando la donna aspetta un figlio. Il percorso di aiuto inizia con un colloquio con le nostre operatrici, tutte adeguatamente formate, e successivamente con un cammino di accompagnamento. Sono donne stremate che poi iniziano a sentirsi un po’ meglio, recuperano la voglia di volersi bene, iniziano a fare qualcosa per se stesse. Vengono anche ospitate in una casa protetta che ha sei posti letto ed è concessa dal Comune in comodato d’uso gratuito”.
«Rompi il silenzio» risponde ogni giorno, dalle ore 15 alle ore 19, al numero 346-5016665.
La Casa delle Donne ha, invece, una competenza più a 360 gradi: può, per intenderci, dare indicazioni anche su come fare un curriculum o aiutare a cercare un’abitazione o un lavoro.
Da gennaio a giugno sono state 278 le donne che si sono rivolte a questo servizio: 130 hanno avuto colloqui per problematiche varie, dallo stalking alle difficoltà economiche; 42 si sono rivolte allo Sportello «Rompi il silenzio» (sempre all’interno della casa); 37 allo Sportello legale e 67 hanno chiesto il sostegno di uno psicologo.
A «La Casa» arrivano telefonate e richieste anche da fuori regione. Sia perchè in alcune zone di Italia mancano servizi di questo tipo, sia perchè molte donne si vergognano. Lo stesso motivo per cui spesso fanno ancora molta fatica a denunciare alle forze dell’ordine le violenze subìte. Finendo poi spesso purtroppo nei tg a gonfiare i numeri dei femminicidi avvenuti ogni anno.
Silvia Ambrosini