Il punto più alto del territorio parrocchiale è una “vetta del divertimento” scalata ogni settimana da centinaia di ragazzi, perlopiù adolescenti in cerca di decibel, sciortini e spasso. Ragazzi che non si sono mai visti ad un incontro, alla festa dei giovani, meno che mai alla Messa.
Il nuovo parroco allora l’ha pensata bella: “se questi ragazzi non vengono in parrocchia, perché non andare noi stessi ad incontrarli?”. Padre Pietro lo ha ripetuto, seraficamente, al microfono del Riana Party durante una calda domenica notte. In questa un po’ incosciente ma vera “evangelizzazione in discoteca”, il parroco si è fatto accompagnare da un’“armata Brancaleone” della fede, due coppie di sposi diversamente giovani, ma non così vecchi da girare il cuore dall’altra parte.
La parrocchia è a due passi dal Riana, ed è tutta illuminata. Prima di entrare al Party, il gruppo prega, ed è accompagnato da una quindicina di persone. La notizia dell’intrusione in pista era già corsa sui social: “sai che ci sarà anche il babbo di Tommy a parlare stasera? Sono di qualche gruppo cattolico”. Notizie magari non precise, ma che corrono veloci sugli smartphone.
Il popolo della notte sulla collina di San Paolo allo spegnimento della musica resta frastornato. “Proprio adesso che eravamo carichi!?” grida un ragazzo. Gabriele stabilisce un contatto: la sua storia, raccontata a cuore aperto, non lascia indifferenti. Perlomeno non tutti. C’è uno sparuto gruppetto che si accomoda in terra per seguire più comodamente, un’altra frangia è in piedi ma ascolta mentre tutt’intorno c’è un brusio assordante. “Ho conosciuto la droga, la solitudine, l’inganno, ma nel mio cuore c’era un desiderio di bene, di vita, di verità che non è rimasto inascoltato. Un prete, un gruppo, una chiesa mi hanno accolto: mi ha investito così la misericordia di Dio e la vita si è impennata”. C’è persino chi applaude, ma il caos del chiringuito rischia di portar via tutto.
Padre Pietro riprende la parola. Sono trascorsi pochi minuti. “La messa vattela a dire a casa” arringa uno nascosto tra la folla. Non è in programma alcuna messa ma l’annuncio di una notizia che può squassare menti e cuori. “Siamo tutti mendicanti di vita, di felicità, di amore, proprio come il cieco di Gerico: e Gesù Cristo è pronto a schiudere la nostra cecità”. Con un amore senza confini, senza barriere, senza pregiudizio. In fondo, con tutto quel che c’era da fare, Gesù ha pensato bene di iniziare la sua missione con una festa, a Cana di Galilea…
Un grappolo di ragazzi, tutti parrocchiani, avvicina l’équipe della missione: saluti, sorrisi e ci scappa persino qualche ringraziamento. Qualche ragazza rilancia. La musica ha già ripreso a pompare, la festa è senza sosta. “Buona festa, divertitevi” è l’augurio vero che l’équipe lascia a questi scalatori dello spasso. L’équipe tornerà sul colle, con altre modalità, magari con meno decibel, ma con lo stesso groove del Riana. (tc)