È vero, la Chiesa non si schiera, ma i cristiani laici sì. E lo hanno fatto in tanti in queste elezioni, ormai in tutti gli schieramenti, com’è normale da anni, almeno da quando è finito il collateralismo con la Democrazia Cristiana, dal dopo Concilio in poi. Lo hanno fatto anche tante associazioni cattoliche chiedendo ai candidati Sindaco, e a chi verrà eletto, attenzione alle fasce più deboli e alla famiglia, ormai ridotta allo stremo.
Lo facciamo anche noi raccogliendo alcune delle istanze fatte a chi verrà eletto primo l’esercizio del potere non ceda all’abuso, alla corruzione, al favoritismo personale…
La crisi economica ha indebolito il nostro tessuto produttivo fatto per lo più di piccole aziende. La gente è preoccupata. Pensionati in difficoltà e giovani sfiduciati, oltre ai cinquantenni che escono dal ciclo produttivo, sono gli anelli deboli della comunità. In questa situazione sta emergendo sempre di più un senso di disorientamento, di sfiducia e a volte di rabbia, che ha la sua cartina al tornasole negativa soprattutto nella fatica all’accoglienza dei migranti, una lotta fra poveri, che alcuni alimentano ad arte, cancellando, con bieco razzismo, un tratto fondamentale della nostra cultura, quella che ci ha resi famosi in Europa.
Occorre individuare strade percorribili, che sappiano certo garantire maggiore sicurezza, più controllo del territorio, ma anche lavorare molto sul versante della coesione sociale.
Occorre offrire una prospettiva di speranza concreta, come contrasto alla rabbia e al malessere sociale, muovendo soprattutto le leve di uno sviluppo possibile. E qui, chiunque sarà chiamato a governare – pur con ruoli diversi, come anche quello dell’opposizione e della critica – dovrà cercare il Bene comune della città e non l’interesse del proprio particolare. Occorre richiamare tutti ad una generosa dedizione per la società civile, per il territorio nel quale conviviamo, per la terra che è di tutti noi, e non di qualcuno in particolare.Qualcosa però dovrà cambiare anche in noi cittadini. Non possiamo limitarci a brontolare o a rivolgere istanze ai politici, ma dobbiamo imparare a confrontarci costantemente per elaborare, a partire da esperienze reali, idee condivise utili a chi ha a cuore il Bene comune. Riuscirà a farlo il prossimo Sindaco, creando spazi di ascolto? Saranno capaci gli eletti al Consiglio comunale di rappresentare non se stessi, ma le istanze che vivono nel territorio che li avrà eletti?
Giovanni Tonelli