Il Commento di Primo Silvestri, Direttore TRE-TuttoRiminiEconomia.
Nonostante il successo di pubblico (sui numeri sorvoliamo perché impossibile qualsiasi seria verifica, anzi, ci sentiamo di consigliare agli amministratori pubblici di dare maggiore prova di equilibrio evitando di “sparare” cifre indimostrabili) e l’estensione territoriale (da Comacchio a Senigallia, 160 km di costa) non sono mancate le voci critiche che hanno fatto da strascico all’ultima edizione della Notte Rosa.
Chi ha ragione? Per dare un ordine alle idee bisognerebbe definire quali sono gli obiettivi di eventi del genere. Ipotizziamo che siano almeno due: a. mettere la Riviera sotto i riflettori, cioè farne parlare, quindi promuoverla; b. attrarre i visitatori in un periodo in cui la stagione non ha ancora decollato.
Effettivamente, per il primo aspetto, relativo alla comunicazione, cioè a quanto spazio i media nazionali (per quelli locali e regionali il discorso è diverso) hanno dedicato all’evento, qualche segno di stanchezza è evidente. Basta andare su internet e cliccare Rimini Notte Rosa per averne la conferma. La Notte Rosa non buca più il panorama nazionale delle notizie, nonostante l’Ansa l’abbia lanciata il 30 giugno, cioè alla vigilia. Forse troppo scontata e ripetitiva. Le novità, tipo “la spiaggia protagonista…”, non sono tali da destare particolare curiosità.
Ma se la Notte Rosa ha trovato poco spazio nelle notizie nazionali, è del tutto assente in quelle internazionali. L’ultima rassegna stampa estera della Notte Rosa, presente nel sito ufficiale, risale al lontano 2010, non averla più portata avanti è già un segnale. E non si può certo dire che Rimini non abbia bisogno di attrarre più visitatori esteri, che oggi contribuiscono a poco meno del 23% di tutti i pernottamenti provinciali, quando negli anni d’oro erano arrivati a sfiorare il 40%.
Veniamo adesso al secondo aspetto: la Notte Rosa porta turisti che altrimenti non sarebbero venuti? Sospeso l’Osservatorio della Provincia (in attesa della sua regionalizzazione) che raccoglieva i numeri delle presenze quotidiane, possiamo prendere come riferimento i dati della Notte Rosa dell’anno scorso (2015), durata sempre tre giorni, che sono i seguenti: arrivi (italiani e stranieri…ma prevalentemente italiani) circa 43 mila, pernottamenti circa 225 mila, spalmati in oltre 1.600 strutture ricettive.
Quanti sono venuti attratti dall’evento e quanti si sarebbero comunque presi una vacanza, è difficile dirlo. Un contributo ai pernottamenti la Notte Rosa, come altri eventi simili, sicuramente li dà, ma con numeri ben più limitati dei proclami milionari.
Trascorsi però dieci anni di Notti Rosa (la prima edizione risale al 2006) forse è anche il caso di tracciare un bilancio. Premesso che a tutti piace un po’ di divertimento e che un luogo di vacanza deve saper essere anche allegro e vivace, resta il fatto che in termini di pernottamenti provinciali (che sono poi quelli che fanno crescere i fatturati) le cose non sono cambiate: erano 15,4 milioni nel 2006, sono 15,3 milioni nel 2015. Il comune di Rimini addirittura li ha persi: infatti, le sue presenze sono scese da 7,4 milioni del 2006, a 6,9 milioni nel 2015, con un meno 7%.
Tutti argomenti per una riflessione seria sulla politica degli eventi, i suoi obiettivi, le finalità, quindi i risultati conseguiti. Dieci anni sono un tempo più che adeguato per un tagliando.
Primo Silvestri