Sei anni dopo il grande successo di Alice in Wonderland, il popolare personaggio creato da Lewis Carroll, sempre interpretato da Mia Wasikowska, riaffiora sul grande schermo per il seguito Alice attraverso lo specchio, diretto da James Bobin, responsabile di un paio di film dedicati ai Muppets (il secondo ancora inedito in Italia). Tim Burton ha preferito occuparsi della produzione, ma resta lo “sfarfallio” della fantasia, anche se la sceneggiatura di Linda Woolverton si appiglia più ai personaggi che non alle pagine letterarie dell’opera. Ma del resto il testo di Carroll, seguito di Alice nel paese delle meraviglie, è un articolato e complesso concentrato di giochi di parole e bizzarrie, con il percorso formativo dell’eroina (mantenuto nel film, anche se il personaggio è più adulto rispetto alla bambina delle pagine scritte) di non facile traduzione mentre la semplificazione utilizzata in questo scintillante film per famiglie, permette un rapporto comprensibile ai più, con Alice impegnata ad aiutare il Cappellaio Matto (Johnny Depp), convinto che la sua famiglia sia ancora in vita. Per ritrovarla Alice dovrà viaggiare a ritroso nel tempo, ma il Tempo stesso (Sacha Baron Coen) non gradisce intrusioni tra le sue preziose lancette… I caratteri ritornano con il cast praticamente tutto confermato (le due regine rivali, con lo svelamento della vera natura del loro astio, sono sempre Anne Hathaway e Helena Bonham Carter e vengono ripresi tutti i fantasmagorici personaggi che hanno contribuito al successo del film di Burton, uno dei suoi maggiori hit commerciali) e la messa in scena è di gusto e sontuosa, con qualche spunto visivo eccellente, vedi gli “arcimboldeschi” servi della Regina di Cuori o il “congelamento” del tempo nella parte finale.
Il Cinecittà di Paolo Paglairani