L’integrazione passa anche dallo sport. Non a caso “Rimini, Porto Sicuro”, realtà gestita da Caritas diocesana attraverso la cooperativa sociale “Madonna della carità”, ha portato al debutto per i ragazzi del progetto SPRAR (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) due nuove squadre: la “Saraghina” di cricket e la “Garagoal” di calcio. Questa iniziativa è nata da una richiesta dei beneficiari ospiti e da una volontà degli operatori stessi di fare dello sport un veicolo di inclusione e di integrazione: giocare a cricket per un ragazzo del Pakistan o del Bangladesh, dove questa disciplina è uno sport nazionale, o giocare a calcio per un ragazzo del Ghana, del Gambia o del Mali vuol dire rivivere momenti di normalità in una vita spezzata da violenze, guerre, terrorismo.
Lo sport può essere un veicolo per riappropriarsi della propria identità, per ricostruire l’armonia e l’unione di corpo e mente, un tutt’uno che lavora nella stessa direzione, che chiede e dà rispetto. Nello sport conta quello che sai fare e che puoi fare per te e per la squadra, non sei solo e sai che potrai fare di meglio con l’allenamento e l’impegno. Non è un caso che si parli di discipline sportive, perché praticare uno sport significa impararne le regole e farle proprie, significa educare il proprio corpo e la propria mente per fare al meglio qualcosa che ci piace fare, ma soprattutto significa imparare a prendersi cura di sé, rispettarsi, imparare a riconoscere i limiti propri e degli altri e a tirare fuori il meglio di sé.
Le due squadre costituite, quindi, oltre all’ambizione di risultati agonistici immediati, sono nate per una valenza soprattutto educativa dello sport, puntando al rispetto e alla correttezza verso l’altro, sia esso un compagno di squadra o un avversario, e al rispetto delle regole.
Il primo impegno ufficiale della squadra “Saraghina” di cricket è stato a Bologna il 3 marzo, in occasione della prima giornata del cricket per rifugiati organizzata dalla Federazione Italiana Cricket con il patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. La squadra (nella foto), sotto la direzione tecnica dell’allenatore Asad Nabi, ha visto i nostri ragazzi giocare con impegno ed entusiasmo, anche se non sono stati premiati dal risultato del campo. È stata una giornata all’insegna dello sport nel senso più pieno, della convivialità e della condivisione: l’associazione pakistana di Bologna ha organizzato un buffet per tutti i giocatori e gli spettatori a base di piatti tipici. Una giornata in cui i ragazzi della “Saraghina” hanno fatto onore allo sport e alla squadra. Il prossimo appuntamento sarà la partecipazione al campionato di cricket per esordienti.
La “Garagoal”, invece, è scesa in campo per la prima volta il 4 maggio in una partita amichevole contro la A.S.D. Santa Giustina, sotto la guida tecnica dell’allenatore Fabio Traviglia. Anche questo gruppo ha mostrato in campo entusiasmo e impegno e i ragazzi non si sono risparmiati. Risultato finale, 3-2 per il Santa Giustina che ha riconosciuto il valore atletico e tecnico dell’avversario. Verranno organizzate altre partite amichevoli prima dell’iscrizione della “Garagoal” al prossimo campionato del CSI.
Tutto questo è stato possibile anche grazie alla disponibilità di realtà territoriali che hanno lavorato sinergicamente con il progetto SPRAR in un’ottica di impegno comune finalizzato all’integrazione e alla partecipazione. All’Associazione Nazionale Cricket, al Centro Sportivo Italiano, alla società “I Delfini”, va il nostro più vivo ringraziamento.
Se le persone in campo condividono uno scopo e, concentrati sul raggiungimento di un unico obiettivo, riescono a superare le distanze originate dalla diversità culturale o religiosa e a gioire insieme per un goal o un punto segnato da un compagno, chiunque egli sia, allora anche per noi spettatori si potrà concretizzare quella speranza di fraternità, rispetto e integrazione che dovrebbe sempre caratterizzare le relazioni umane.
Eleonora Alvisi
Centro Servizi Immigrati