Ora è possibile. Se si vuole conoscere come e dove vengono impiegati i fondi 8×1000 versati alla Chiesa cattolica ogni anno, da qualche mese è disponibile un database trasparente, aggiornato e interattivo in cui ognuno può direttamente “curiosare” in tutte le diocesi d’Italia e naturalmente anche in quella di Rimini. Dal tetto della chiesetta al ricovero per chi non sa dove mangiare e dormire, è la prima mappa interattiva e navigabile della solidarietà.
Una mappa che mostra che quando si legge che grazie all’8xmille alla Chiesa cattolica sono stati realizzati migliaia di progetti e di opere, non si tratta di un modo di dire o di uno slogan facilone.
È frutto dell’impegno di massima trasparenza che la Chiesa cattolica italiana sta portando avanti da anni, attraverso diverse campagne. I soldi che il contribuente destina all’8 per mille vengono distribuiti alle diocesi e diventano opere concrete, oltre che contribuire, in parte, allo “stipendio” del prete, con una cifra che varia da pochi euro ad un migliaio al mese, e questo se il sacerdote ha o meno altri redditi.
52 interventi mappati
Complessivamente, nel 2014 (ultimo anno di cui si hanno i dati complessivi) la Diocesi di Rimini ha ricevuto dall’8×1000 2.883.033 euro così divisi: 1.435.119 per il sostentamento del clero, 658.980 per interventi caritativi, 788.934 per culto ed edifici di pastorale.
La mappa invece mostra interventi distribuiti in almeno 20 anni. Per molti non è indicata la data, ma la mole di iniziative è davvero impressionante. Vengono indicati in Diocesi 52 interventi. Almeno una decina di essi sono progetti della Caritas diocesana, gli altri sono distribuiti in maniera abbastanza uniforme su tutto il territorio della Diocesi, da Roncofreddo a Tavoleto.
Grandi opere e piccoli interventi
Naturalmente il contributo più alto è andato alle nuove grandi opere come le chiese e i centri parrocchiali di Villa Verucchio (1.744.000 euro) e Bordonchio (1.040.000 euro), ma esiste una miriade di interventi di consolidamento e restauro, che vengono elencati come edilizia di culto, in soccorso (almeno in parte) a piccole comunità dell’entroterra che mai da sole sarebbero in grado di affrontare spese così significative (Santa Margherita a Bellaria, Sant’Agata di Montalbano, San Cristoforo di Borghi, Sant’Antonio di Stradone, Sant’Andrea di Poggioberni, San Martino in Riparotta, Mater Misericordiae a Rimini…).
Beni culturali
Molti sono anche gli interventi definiti come “beni culturali”, perché gran parte delle chiese oltre che per il culto, rappresentano un patrimonio di cultura che appartiene a tutta la collettività: San Lorenzo a Monte, Santa Cristina, Sant’Aquilina, San Clemente, Santi Biagio e Simeone a Montescudo, i Servi, San Bernardino e San Giuliano Martire a Rimini, San Pietro a Montefiore Conca, Mondaino, Tavoleto, Saludecio.
Per fare un solo esempio: una decina d’anni fa a San Salvatore vi è stato un importante e lungo intervento di consolidamento delle fondazioni e restauro delle murature portanti, sia interne che esterne. Senza quell’intervento, finanziato con 197.500 euro dell’8×1000, oggi la seconda chiesa più antica della Diocesi (Pieve Romanica di fondazione longobarda, risalente all’VIII sec.) sarebbe quasi certamente crollata.
Opere pastorali
Anche le opere pastorali (come centri giovani, luoghi di aggregazione, saloni o sale di comunità) hanno una presenza importante. Recentemente un contributo è stato destinato alla parrocchia di Castelvecchio, come pure a Santarcangelo, e prima a San Raffaele di Rimini.
Piccoli contributi sono giunti anche per il restauro di organi, come nelle parrocchie di San Martino di Riccione e a Cerasolo. Ci sono poi la cultura e la Caritas. Ne riparleremo.
Quella che abbiamo cercato di fare, sfogliando la mappa, non è stata una caccia al tesoro, ma la localizzazione di interventi capillari sul territorio che definiscono una presenza attiva e propositiva, attenta a proporsi laddove più ce n’è stato bisogno, si sia trattato di rifare il tetto di una parrocchia o di aprire una casa di accoglienza per persone in difficoltà. Insomma, abbiamo cercato di capire dove finiscono i contributi dell’8×1000 alla Chiesa cattolica nella Diocesi di Rimini. Ma la stessa ricerca ciascuno la può fare direttamente in ogni Diocesi d’Italia, dal Nord al Sud. Con un solo click.
Giovanni Tonelli