L’incubatore di startup innovative nel settore turistico dovrebbe sbocciare una volta per tutta entro la primavera. Ma resta un problema: chi finanzia?
È da tanto che se ne parla (dal 2013 almeno) dell’incubatore per il turismo Rimini Tourism Innovation Square e ancora non è entrato in funzione, ma – a dire dei responsabili – ci siamo quasi. Con la primavera dovrebbero aprirsi le porte alle prime startup innovative per far sbocciare le loro idee. Un incubatore è infatti il posto in cui un progetto imprenditoriale, ancora in fase di gestazione, viene coltivato ed assistito da esperti per fargli trovare il giusto sviluppo sul mercato. Obiettivo di quello riminese – nato grazie al supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e del Piano Strategico, in stretta collaborazione con il Comune, e con il patrocinio della Provincia e della Camera di Commercio di Rimini – è quello di inglobare giovani idee imprenditoriali per contribuire a rinnovare il comparto turistico della Riviera e, perché no, impiantare il germe di un nuovo modo di vivere la vacanza anche al di fuori dei nostri confini.
Il tema di sicuro più caldo è quello dei finanziamenti. Sin dagli albori di Innovation Square non è stato difficile notare come il reperimento del capitale fosse l’aspetto più ostico della questione. Un progetto simile richiede infatti centinaia di migliaia di euro e una cordata di investitori (venture capitalist, si direbbe in gergo) disposti a valutare le migliori idee e dare loro linfa vitale. Al completamento della sede presso Palazzo Buonadrata in Corso d’Augusto a Rimini, avvenuto lo scorso autunno, si cercava ancora di reperire la “benzina” con cui innescare il motore del polo. Il target erano – e rimangono – imprenditori del settore turistico, ma anche delle filiere affini, ovvero quanti possano trarre vantaggio da un’industria del turismo più efficiente e funzionale; sia in Italia che all’estero.
“Ci siamo quasi”. Lo assicura a TRE Ruggero Frezza, fondatore dell’incubatore veneto M31 che si occuperà della fase di selezione e tutoraggio delle startup. “Siamo a un buon punto. Sono stati coinvolti diversi soggetti importanti del territorio provenienti da settori diversi (sono ancora segreti i nomi, ndr) e stanno prendendo vita progetti e collaborazioni interessanti” tra realtà che hanno trovato un punto di congiunzione in questa piazza. Nel corso dell’ultima fiera di TTG Next centinaia di operatori turistici hanno portato al tavolo di confronto problemi aziendali reali, offrendo dell’input al progetto riminese.
Il territorio sembra muoversi, dunque, anche se Frezza sottolinea quanto sia importante che continuino ad arrivare maggiori fondi. “Più sono, meglio è”. L’appello è rivolto a tutti gli imprenditori del territorio e non. Il budget messo da parte ad oggi è top-secret. Intanto si è chiusa la chiamata per startup e progetti di impresa all’interno del bando Innovation Design for Tourism per favorire l’incontro tra bisogni reali ed idee innovative nel settore alberghiero e dell’intermediazione.
Mirco Paganelli