Un castello, una coppia verso le nozze e una creativa pronta a dare a questo matrimonio un “timbro” speciale. Chiara, nell’aiutare la sorella nei preparativi per il più bel giorno della sua vita, non sa ancora che quell’evento cambierà, in parte, anche la sua. E che quel castello avrà un epilogo fiabesco anche per lei. È l’estate del 2012. Chiara Bacchini ha in mente di realizzare per gli inviti alle nozze un timbro personalizzato con la silhouette del castello di Tavoleto, dove si terrà la cerimonia. “Mia sorella voleva qualcosa di alternativo, che sostituisse la ceralacca per chiudere le buste – racconta –. Io seguivo già da qualche mese, su Internet, dei blog e degli shop on line statunitensi dove è possibile ordinare timbri personalizzati. Un mondo che mi ha sempre affascinato e che negli States va fortissimo, a differenza dell’Italia. Ma mi diventava complicato ordinarli oltre oceano e, a livello europeo, i fornitori più vicini si trovavano solo in Francia e Germania.
Così ho deciso di rivolgermi ad una tipografia di Cattolica, la mia città: mi risposero che la cosa era fattibile se avessi portato loro un disegno”. Così la giovane cattolichina decide di cimentarsi in prima persona con la creazione del sigillo. È la svolta: non solo il timbro del castello, in sé, diventa un successo, ma si accende nella testa di Chiara la cosiddetta lampadina. “L’azienda in cui lavoravo, nel ramo dell’edilizia, mi aveva ridotto l’orario ad un part time, a causa della crisi, così, avendo più tempo libero, mi sono detta: perché non creare un mio negozio on line?”. Si trattava di un mercato che in Italia era sguarnito, i timbri artigianali non vanno più di moda nell’era dei computer e se vai in tipografia a fartene fare uno, può essere più complicato di quanto si pensi. È un mercato di nicchia, ma che può avere un forte seguito, come accade all’estero. Con il vantaggio, per questa giovane creativa, di unire la passione per il fai da te a quella per la calligrafia che coltiva da quando, alle elementari, vantava quaderni perfetti. Così sceglie una piattaforma web per hobbysti (“Etsy”) che le permette di mettere in vendita le sue creazioni con un investimento e una commissione minimi. Mancando tre mesi a Natale, decide di creare timbri natalizi da sue scritte a mano in italiano, “sul mercato c’erano solo scritte di auguri in inglese, francese o tedesco”. Timbri su misura per biglietti da spedire o pacchi regalo da mettere sotto l’albero. “Ho pensato: ne faccio qualcuno, alla peggio li regalerò alle mie amiche. E invece da lì è stata un’apoteosi”. In tre mesi Chiara vende on line qualcosa come duecento timbri. Qualche tempo dopo una cliente le chiede un timbro per le bomboniere del battesimo del figlio, tutte fatte a mano. “I timbri che realizzo io sono duttili, versatili, possono essere impressi su carta, legno, stoffa… Con il mio negozietto on line ho continuato a produrre e a vendere in tutta Italia, senza sosta, per matrimoni, battesimi, comunioni. Alla fine il giro d’affari è talmente cresciuto che ho potuto lasciare il mio lavoro e aprire, a settembre 2014, la mia partita Iva”. La passione diventa così una professione a tutti gli effetti, ma che comporta anche costi maggiori e una migliore organizzazione. “Un timbro costa mediamente 15 euro – spiega Chiara -. Se lo faccio personalizzato dalla A alla Z non rientro più nei costi. Così dallo scorso gennaio ho messo sul mio sito (www.cbstationeryshop.com) anche una serie di timbri già pronti che io vado a cambiare, a ordine avvenuto, solo nelle iniziali e nella data. E ho notato che se alle persone dai un’idea già tangibile di quello che sarà il prodotto finale, il risultato è ancora più positivo”.
Alla base c’è sempre l’altra passione che scorre parallela, quella per la scrittura a mano e che non dimentica nel suo blog “Il Castello di zucchero” (qui ritorna il dolce ricordo del castello di Tavoleto) che ha attirato l’attenzione anche di media nazionali come Marie Claire. Alla calligrafia è dedicata un’ampia sezione con corsi e tutorial. “Lo scrivere a mano sta riprendendo piede in Italia. Già dieci anni fa ho seguito un corso con una calligrafa tra le più apprezzate, Monica Dengo. Da lei ho tratto il metodo della calligrafia applicata alla grafica, un altro filone che negli Usa va tantissimo e che ho imparato a conoscere ed apprezzare nei miei viaggi, virtuali (on line) e reali”. Nei suoi corsi Chiara insegna gli strumenti di base per creare – solo per fare qualche esempio – un’originale lavagna menù per ristoranti o una vetrina di un negozio attrattiva già al primo sguardo. “Anche qui ho notato un crescente interesse da parte di privati e attività commerciali, ma per ora ho dovuto anche un po’ fermarmi: si avvicina il periodo dei matrimoni”. I timbri chiamano e il “caos creativo” di Chiara (come lo definisce nel suo blog) deve incanalare una direzione.
Ripercorrendo il suo percorso, non cambierebbe una virgola, a cominciare dal lavoro alla Gilmar, dove è stata impiegata per tanti anni. “Mi occupavo dell’Ufficio acquisti tessuti e filati (Chiara ha una formazione da ragioniera, ndr.). È stata una fortuna lavorare in un’impresa così grande. Lì, anche se facevo tutt’altro rispetto ad oggi, ho imparato ad allargare i miei orizzonti, a fare ricerca, ad andare a vedere cosa accadeva dall’altra parte del mondo…”. L’invito ai giovani che desiderano trasformare una passione in qualcosa di più concreto, è a mantenere viva la curiosità. Il sigillo su una busta che per Chiara Bacchini ha ancora molto da scrivere.
Alessandra Leardini