Mesi fa. Qualche minuto prima di mezzogiorno. Un signore, seduto sulla sua carrozzina elettrica sotto la pensilina della fermata dell’autobus davanti alla stazione, si sposta verso il bordo del marciapiede. Il suo bus è in arrivo e inizia a prepararsi. Il mezzo si ferma e lui è pronto, fermo innanzi alla porta d’ingresso vicino all’autista. Che scuote la testa. Gentilmente, e un po’ costernato, spiega di non riuscire a farlo salire – per non so quale problema – e lo invita ad aspettare il mezzo successivo. Forse più attrezzato. Le difficoltà a far salire il signore con la carrozzina elettrica, spiega, lo costringerebbero a stare fermo e a non muoversi per un po’. “Si – replica il signore – ma così sto fermo io e non mi muovo io”. Ancor più costernato l’autista si scusa e, prima di ripartire, dice all’uomo che, a voler salire su un bus con la carrozzina, bisognerebbe chiamare l’azienda per ricevere assistenza. Sicchè, mi par di capire, per prendere un autobus bisogna organizzarsi come per la partenza di un viaggio o per le vacanze.
di Gianluca Angelini, dal blog Pendolarità