DECALOGO CIBO (6) – Contro lo spreco alimentare arrivano i Diari di famiglia. Giunti a metà della nostra inchiesta, dove abbiamo già sviluppato cinque consigli sulla possibilità di agire individualmente, nelle nostre case, usando con intelligenza i generi alimentari, la coincidenza con la celebrazione della “Terza giornata nazionale di prevenzione dello spreco”, fissata per lo scorso 5 febbraio dall’associazione “Last Minute Market”, cade proprio a puntino.
In quella data, tra le altre iniziative, è stato annunciato l’avvio della sesta edizione della campagna europea di sensibilizzazione “Spreco zero. Un anno contro lo spreco”, attiva dal 2010 fra Italia, Bruxelles e Strasburgo, dove “Last Minute Market” ha lungamente dialogato con le istituzioni europee di riferimento per promuovere l’adozione di provvedimenti comuni fra gli Stati membri e fissare obiettivi chiave: dal dimezzamento dello spreco nei Paesi europei entro il 2025, alla richiesta di proclamazione dell’Anno europeo contro lo spreco alimentare.
Presentata a Roma in occasione della manifestazione “Alimentare la salute” e promossa dalla Fondazione Enpam (Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza Medici), la campagna “Spreco zero 2016” si focalizza innanzitutto sulla conservazione del cibo (quinta puntata del nostro decalogo) come misura essenziale di prevenzione.
A livello europeo la campagna di sensibilizzazione “Spreco Zero” quest’anno andrà alla radice dello spreco domestico, che incide in misura rilevante sul fenomeno fino allo 0.5% del Prodotto Interno Lordo italiano.
In particolare, il 2016 sarà l’anno del monitoraggio dei “Diari di famiglia”: rilevazioni scrupolosamente annotate da famiglie campione, che indicheranno con precisione la misura qualitativa e quantitativa dello spreco ad ogni pasto e spiegheranno come il cibo gettato viene di volta in volta smaltito.
13 miliardi sprecati. Un’indagine che avrà la validazione scientifica dell’Università di Bologna e che, sulla base dei primi test pilota avviati nel 2015, permette già di affermare che lo spreco di cibo domestico reale è circa il 50% superiore a quello percepito e dichiarato nei sondaggi. Ne deriva che gli italiani, a livello domestico, sprecano effettivamente circa 13 miliardi di euro ogni anno. La prima esperienza pilota, quella del 2015, era stata svolta con metodologia “scientifica”: realizzata dall’Università e dall’Osservatorio Waste Watcher di Last minute Market/Swg, aveva coinvolto, per una settimana intera, un gruppo di trenta famiglie dalla composizione diversa. Ogni famiglia compilava un diario dettagliatissimo sugli alimenti che finivano nella pattumiera di casa, dall’avanzo della pelle di pollo allo spicchio d’aglio, dalla polvere del caffè alla crosta del formaggio, annotando motivazioni, prodotto, quantità, tipo di smaltimento.
Servono piani coordinati di educazione e comunicazione
A scuola contro lo spreco. “La lotta agli sprechi e alle perdite alimentari – ha sottolineato durante la presentazione della terza giornata nazionale contro lo spreco il Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, Barbara Degani – gioca un ruolo decisivo sia per la riduzione dell’impronta ambientale della produzione alimentare, sia nell’assicurare un’adeguata disponibilità di cibo per le generazioni attuali e future. In questo contesto, tra le criticità emerse in questi anni, spicca la mancanza di indicatori omogenei nazionali/europei per la definizione della problematica e di strumenti per la misurazione dell’efficacia di misure di prevenzione e intervento. A questo si aggiunge la mancanza di piani coordinati di educazione e comunicazione e di accordi tra gli attori della filiera, che rendono frammentarie le azioni atte al contenimento dello spreco. Tra le iniziative che sta portando avanti il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, c’è anche l’educazione ambientale nelle scuole. Riteniamo necessario che sul tema alimentazione e spreco le coscienze siano formate fin dai primi anni di età”.
In occasione della Terza giornata nazionale di prevenzione dello spreco sono ricordati i numeri del “Rapporto Waste Watcher 2015”, che confermano l’importanza di comportamenti attenti ad iniziare dai singoli e dalle famiglie.
Lo spreco alimentare sul pianeta costa ogni anno 1.000 miliardi di dollari. Una cifra vertiginosa, che sale a 2.600 miliardi se si considerano i costi “nascosti” legati all’acqua e all’impatto ambientale. Ogni anno in Europa si gettano 90 milioni di tonnellate di cibo e ogni giorno si sprecano 720 chilocalorie di cibo a persona. In Italia lo spreco di cibo domestico – dalla dispensa al frigorifero, dai fornelli al bidone della spazzatura – vale complessivamente 8.4 miliardi di euro all’anno, ovvero 6.7 euro settimanali a famiglia per 650 grammi circa di cibo sprecato.
Waste Watcher ha monitorato con la nuova inchiesta anche le abitudini di acquisto dei consumatori italiani: la spesa si fa nei supermercati o ipermercati, è la grande distribuzione a tenere banco per il 90% dei consumatori mentre solo il 9% degli italiani acquista nei piccolo negozi o dal produttore; la spesa è quotidiana oppure si rinnova ogni 2/3 giorni (69%), solo il 27% degli italiani pratica la grande spesa settimanale: questo per avere prodotti sempre freschi e limitare lo spreco degli alimenti. Le confezioni si preferiscono piccole (64%) per prevenire lo spreco, che infatti colpisce in prevalenza le confezioni grandi aperte da tempo (62%).
L’attenzione alla data di scadenza sulle etichette (terzo consiglio del nostro decalogo) è un atteggiamento seguito dal 91% dei consumatori, che chiedono informazioni chiare e dettagliate su ingredienti, provenienza, tracciabilità.
Maria Cristina Muccioli