Principesse e regine di casa Savoia, regnanti in Europa sono le protagoniste indiscusse. Frutto di un’accurata ricerca storica, La dinastia delle donne. Principesse e regine di Casa Savoia (ed. Umberto Soletti, 2015) è l’ultima fatica di Emiliano Procucci, professore di Lettere nella scuola secondaria della provincia di Rimini, studioso delle famiglie reali europee e delegato in Italia dell’Associazione Luigi XVI. Il libro, che l’autore confessa a ilPonte è stato spedito in omaggio alla regina Elisabetta d’Inghilterra, prossima al 89ensimo compleanno, “icona del senso del dovere davanti al proprio popolo”non è un semplice panegirico reale e ha una nascita del tutto singolare.
Un funerale fu illuminante
Cripta della Basilica inferiore di San Francesco ad Assisi, 4 marzo 2000. Una bara, quella di Giovanna di Savoia, regina dei Bulgari dal 1930 al 1946, ricoperta dalle bandiere reali d’Italia e di Bulgaria. In ginocchio davanti ad essa e in religioso silenzio, il giovane professore inizia a meditare. A rompere discretamente il silenzio due donne, che, vestite a lutto, con molta discrezione si avvicinano all’autore per ringraziarlo di aver partecipato alle esequie della regina. Si tratta di due principesse di casa Savoia, Margherita e Maria Cristina. E allora nasce nell’autore il desiderio di riflettere sulle sorti delle principesse sabaude (madri, moglie e figlie di sovrani stranieri), mediante una sapiente ricostruzione storica delle biografie delle stesse. Il percorso non è semplice, ma gli alunni della classe II A dell’Istituto comprensivo di Miramare, i colleghi, i collaboratori scolastici e la dirigenza consentono all’autore di portare a termine l’opera.
Sedici tasselli
Dal medioevo agli anni 2000. Sedici tasselli narrano con acribia storica le vicende delle donne di casa Savoia. Dai temperamenti forti e autoritari, a quelli più sofferenti e defilati, dal profondo amore per la cultura alla difesa della cristianità, il libro ha il pregio di dare voce a quelle figure che la manualistica scolastica e le vox populi hanno sempre relegato al dimesso ruolo di massaie e protettrici del focolare domestico. Sono regine e principesse che con i loro pregi e difetti hanno fatto acquisire alla dinastia sabauda importanza e prestigio in quasi tutti i troni d’Europa, al punto da costituire come ricorda l’autore nella Prefazione all’agile volume una vera e propria dinastia delle donne.
Sfogliando il libro
Difficile dare un saggio sintetico ed esaustivo al tempo stesso delle biografie del volume. Al lettore, il compito di scoprirle e conoscerle ad una ad una. Due sono quelle che però spiccano nel franco e recente dialogo avuto con l’autore: Maria Adelaide e Maria Pia.
Maria Adelaide di Savoia (nell’immagine) la monarca stimata anche dagli antimonarchici, ottenne anche le lodi del filosofo più antimonarchico dell’illuminismo francese, Voltaire. Primogenita dell’astuto e diplomatico Vittorio Amedeo II, fu concessa in sposa al Duca di Borgogna, passato alle pagine della storia con il soprannome di “Re sole”, Luigi XIV. Amante del divertimento e delle feste, era lei il vero centro della corte francese al punto che dopo la sua morte, di lei si scrisse: “Con lei si eclissarono gioie, piaceri, divertimenti. Le tenebre avvolsero la Corte, la quale, se esistette ancora, non fu che per declinare. Giammai principessa fu più rimpianta di lei, e giammai principessa fu più degna di esserlo”.
Maria Pia di Savoia, prima di essere una sovrana è una donna che ama la propria famiglia e il proprio popolo. Andata in sposa a Luigi, re del Portogallo, insignita della medaglia al valor civile, per aver salvato i figli che stavano per affogare nel fiume Tago, la regina si distinse per essersi gettata nel teatro di Oporto in fiamme.
Sara Castellani