Per nostra fortuna i fratelli Coen continuano ad avere fede nel cinema. In Ave, Cesare!, il nuovo film, mostrano, tra esaltazione e satira, Hollywood in piena golden age, negli anni ’50, con il motore produttivo a pieno ritmo, l’allegra disinvoltura nel passare dal musical al kolossal storico-religioso e i divi che fanno la differenza. Ma incombe anche lo spettro della “caccia alle streghe” anticomunista del senatore McCarthy: per i Coen, invece, e il loro spirito brillante, ribaldo e anticonformista, i comunisti ci sono, sono dei cialtroni convinti di rovesciare il mondo e rapiscono pure la star di turno (George Clooney), impegnato sul set del film Ave, Cesare! tentando di indottrinarlo alla loro causa (risate). Sopra tutto e tutti il produttore Edward Mannix (Josh Brolin), indaffarato a risolvere problemi di vario genere; il regista (Ralph Fiennes) imbufalito dal nuovo attore, il cowboy canterino Alden Ehrereich, poco incline alla giusta dizione; le bizze della diva acquatica (Scarlett Johansson); la caccia allo scoop da parte di due giornaliste (sorelle gemelle!) di gossip (sempre Tilda Swinton) e i peccati di Hollywood che Mannix risolve in notturna, trasformandosi in detective privato.
I Coen si divertono come matti a mettere in scena il dietro le quinte di un mondo apparentemente ammantato di polverosa nostalgia e invece ritratto perfetto di un’industria decisa ogni giorno ad arrivare al prodotto “finito”. Con sarcasmo e maestria, tra intricati set e sale di proiezione, sale di montaggio affumicate dal fumo della sigaretta e studi legali pieni di scartoffie, ecco uno spettacolo cinefilo adorabile, con rientri curiosi (il redivivo Christopher Lambert), che mostra e dimostra che i Coen, bontà nostra, credono ancora nel cinema.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani