Casa. La situazione in provincia tra sfratti (raddoppiati dal 2007, con Rimini prima in Italia), case popolari (chi è in lista d’attesa, se va bene, ci entrerà tra quarant’anni) e alloggi sfitti. Rimini prova a rimediare con uno sportello ad hoc ma la strada è ancora lunga
Oltre 2000, 2300 per la precisione. Tante sono, in provincia di Rimini, le famiglie in lista d’attesa per una casa popolare secondo l’Azienda Casa Emilia Romagna (Acer), che tuttora gestisce in proprietà circa 2.500 alloggi (contro gli oltre 4 mila a testa di Forlì e Ravenna) ad un canone medio di 137 euro. Dato che nel 2016 è prevista la consegna di 76 nuovi appartamenti (58 a Rimini, 4 a Montefiore e probabilmente altri 14 a Cattolica), vuol dire che con questo ritmo gli ultimi della graduatoria potranno aspirare ad un tetto tra 35-40 anni. è anche verosimile che se i tempi non fossero così lunghi e scoraggianti, le domande per un alloggio a prezzo contenuto sarebbero certamente più numerose.
A giudicare da queste lunghe liste di attesa sembrerebbero mancare le abitazioni, ma non è così. Tutto il contrario. L’ultimo censimento del 2011 ha infatti contato, nei 26 comuni che fanno parte della provincia di Rimini, 164 mila abitazioni, tra occupate e non, a fronte di 136 mila famiglie. Con una differenza, quindi, a vantaggio delle abitazioni, di 28 mila unità. In realtà, le abitazioni non occupate, oppure occupate da non residenti, sono ancora di più: 32 mila, e rappresentano il 19 per cento del totale. La stessa percentuale del censimento precedente (2001), un po’ meno del 22 per cento del 1981, ma comunque un discreto numero. Sicuramente incidono le residenze turistiche: infatti si trovano lungo la costa i quattro quinti delle abitazioni non occupate.
Data questa abbondanza di abitazioni, trovarne una a prezzi economici non dovrebbe costituire un problema. Ma non è così. Per due ragioni piuttosto semplici: la prima, le abitazioni turistiche non sono disponibili per un affitto annuale (al massimo sono date a studenti, con l’obbligo di lasciarle durante il periodo estivo); secondo, costruire abitazioni a basso prezzo non conviene ai costruttori, che cercano margini maggiori. Sarà così anche per i cento appartamenti previsti nell’area della ex Fiera di Rimini: nessun senza-casa ci potrà andare.
Con uno scenario di questo tipo, giovani coppie, lavoratori precari o disoccupati, famiglie immigrate e tutte le categorie economicamente deboli sono di fatto escluse dal bene casa, tanto per l’acquisto come per l’affitto. Non è un caso se in Italia è senza un alloggio idoneo il 10 per cento della popolazione, il doppio della media dell’Unione Europea. Privazione che nei Paesi nordici colpisce appena il 2-3 per cento della popolazione.
Rimini è la provincia con i più alti canoni di affitto della regione (lo attestano i dati 2015) e la prima in Italia per sfratti (Report 2013 del ministero dell’Interno). Una famiglia ogni 154 è costretta a lasciare il proprio alloggio (la media nazionale è di uno sfratto ogni 353 famiglie), quasi sempre per morosità. Negli ultimi cinque anni i casi sono raddoppiati: solo nei primi tre mesi del 2014 sono stati 98. Gli sfratti, dallo scoppio della crisi nel 2007 ad oggi, procedono a ritmo serrato: tanto quelli richiesti che quelli effettivamente eseguiti sono raddoppiati, e in 9,6 casi su dieci è la morosità, cioè l’impossibilità di pagare, la motivazione principale.
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E’ necessario che sia il Pubblico a farsene carico con investimenti adeguati. Una iniziativa che si ripete da qualche anno riguarda il sostegno alle giovani coppie, con bandi emanati dalla Regione Emilia Romagna che mette a disposizione contributi economici, in media 25 mila euro, per l’accesso alla prima casa: in provincia di Rimini ne hanno usufruito 11 giovani coppie nel 2014 e 10 nel 2015. Una buona iniziativa, ma sempre una piccola goccia nel mare del bisogno.
Rimini prova a rispondere al disagio abitativo con uno sportello informativo che intende mettere in comunicazione i proprietari disposti a locare gli immobili utilizzando gli strumenti delle politiche abitative del Comune di Rimini, e chi cerca casa. Affittare casa può diventare così più vantaggioso. Per un alloggio sfitto l’aliquota è 1,06, per un contratto a canone concordato si arriva allo 0,89 di aliquota Imu. Il vantaggio non è solo per il proprietario che ha meno tasse, ma anche per l’inquilino che ha minori rischi di insolvenza e sfratto. Una leva per contrastare l’evasione fiscale e il mercato nero degli affitti.
Lo Sportello di via Toni risponderà a questioni come quella del canone e a tutte le questioni relative alla casa: procedure di sfratto, problemi di condominio, tipologie contrattuali, certificazioni energetiche, aggiornamenti normativi e qualsiasi altra informazione inerente l’abitazione, con il coinvolgimento e la collaborazione dei sindacati degli inquilini Sunia e Sicet. A coordinare le attività dello Sportello ci pensa la Cooperativa Eucrante. “Oltre a far interagire nel migliore dei modi domanda e offerta – assicura la presidente, Alida Paterniani – promuoviamo anche innovativi progetti di co-abitazione sociale, prevedendo pure l’affiancamento di figure qualificate per garantire la buona riuscita della convivenza”.
Visti i numeri e la carenza delle risorse pubbliche forse andrebbero sperimentate altre modalità di accesso alla casa come il “social housing” (abitazioni sociali) o l’autocostruzione, formula in cui il privato investe di suo, con denaro ma soprattutto mettendoci il lavoro. Una esperienza di questo tipo è stata realizzata a San Giovanni in Marignano e altre due sono in partenza a Rimini con tecniche innovative ed ecosostenibili.Tra i nuovi modelli di abitazione, c’è pure il Condominio solidale come nuovo modello di convivenza già sperimentato con successo in diverse città italiane.
E’ di poche settimane fa, poi, la notizia che un esperimento di social housing verrà portato avanti a Cesena, nell’area del vecchio mercato ortofrutticolo della città, dove verrà ospitato un nuovo quartiere di social housing tecnologico in classe A, con 342 unità abitative, immerse in un grande parco, integrato con servizi di mobilità, dalle piste ciclabili ai posteggi interrati. Spesa prevista: 53 milioni di euro. Anche nel comune di Rimini, zona Celle, c’è l’area del vecchio mercato ortofrutticolo inutilizzata, chissà che l’esperimento di Cesena non possa essere contagioso. [/toggle]
[toggle title=”Le compravendite”]
In discesa, in provincia di Rimini, anche le compravendite di immobili per uso abitazione: erano quasi 5 mila nel 2007, sono diminuite a poco più di 2 mila a fine 2014, con un calo del 57 per cento. E’ andato leggermente meglio il comune di Rimini, il capoluogo, dove le compravendite, nello stesso periodo, si sono contratte solo del 47 per cento.
Sfidando tutte le attese, nonostante il consistente calo delle compravendite i prezzi non sono diminuiti: nel capoluogo un’abitazione si vendeva al prezzo medio di 2.509 €/m2 nel 2008, e si è venduta a 2.496 €/m2 nel 2014. Praticamente la stessa quotazione. Il prezzo risultato dell’incrocio tra offerta e domanda, come sostengono tanti economisti, non pare proprio funzionare. Soprattutto in discesa.
Intanto l’Istat segnale che nel terzo trimestre 2015 l’indice dei prezzi delle abitazioni è diminuito del 2,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014. Un po’ meno del trimestre precedente. [/toggle]
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Primo Silvestri