Addio ponteggi. Addio impalcature. Addio alle costosissime piattaforme elevatrici. Adesso, gli interventi in quota, si fanno sfruttando l’edilizia alpina, altrimenti conosciuta anche come lavori su fune. Una tecnica speciale che permette di intervenire tramite operatori appesi con corde e imbracature alla copertura degli edifici. Con un risparmio piuttosto importante di tempo e di soldi. In provincia di Rimini, almeno per il momento, l’unica impresa che può certificare tutte queste novità è Eco Edil di Damiano De Michele. Insieme a due operai, Stefan Shurdhaj ed Emanuele Medici, con una grande passione per l’arrampicata sportiva, è venuto a conoscenza di questa nuova tecnica.
“Siamo molto attenti a tutte le novità in corso – racconta Stefan – e un giorno ci siamo imbattuti in questa nuova forma d’intervento. Ci siamo subito attivati per conoscere le modalità avvalendoci anche del parere di geometri specializzati in sicurezza e anche delle Ausl della zona. Una volta verificata la fattibilità di tutto ci siamo lanciati in questa nuova avventura”.
Primo step, un corso certificato.
“Siamo stati una settimana ad Arco di Trento dove abbiamo partecipato ad un corso specifico fatto da guide alpine e dove abbiamo appreso tutte le tecniche di scalata sia dal punto di vista teorico sia da quello pratico. Poi, terminato il corso, abbiamo deciso di aprire questo ramo di azienda chiamandolo Edilizia Alpina Innovativa”.
Quali sono i vantaggi di chi sceglie questo tipo di tecnica?
“I vantaggi sono tanti. Il primo è la rapidità dell’intervento. Quando l’edificio è provvisto della linea vita, organizzare il lavoro è molto rapido. Bisogna imbracare l’operatore, verificare lo stato dell’attrezzatura e calarsi lungo la parete. Tutta l’operazione può durare pochi minuti. Poi c’è un grande risparmio economico perché non bisogna noleggiare il ponteggio, il carrello elevatore, inoltre considerata la rapidità degli interventi anche il costo della manodopera viene abbattuto. Ultimo, ma non ultimo, non abbiamo limiti d’altezza. Nel senso che ci sono edifici molto alti che non posso essere raggiunti dalle piattaforme e quindi l’unico modo è calarsi dall’alto”.
Ma non ci sono rischi per voi?
“Assolutamente no. I lavori in quota con la corda sono sottoposti a numerosi obblighi normativi sia per la conformità della linea vita sia per la formazione degli operatori. Le tecniche sono avanzate e utilizzate da decenni in molti campi: i militari, gli alpinisti, le forze dell’ordine utilizzano sistemi con imbracatura e corde per attività quotidiane. È logico che non tutti possono svolgere questo lavoro. Noi, per esempio, ogni mese andiamo ad allenarci a San Leo o a San Marino, per ripassare tutte le fasi. Cosa facciamo? Di tutto: dalla sostituzione delle tegole, a interventi su camini, gronde, ma anche su balconi e in facciata”.
Sempre in arrampicata.
Francesco Barone