Concorso presepi 2015. Mai come quest’anno il presepe è stato al centro di polemiche, di cui avrete sicuramente sentito parlare. Da parte mia, mi sembra giusto ripetere quanto già detto: il Presepe non può essere usato come strumento di divisione, ma può diventare occasione per confrontarsi e scoprire valori comuni. Ricordiamoci che Gesù è un bambino ebreo, divenuto profeta per i musulmani e messia per i cristiani. E aggiungo che le polemiche, dopotutto, sono la dimostrazione che si tratta di un qualcosa di vivo e sentito.
Sempre di più i presepi di un buon livello di qualità, non tanto nel senso di qualche meccanismo o raffinatezza in più, ma soprattutto nella ricerca di un approfondimento del messaggio natalizio e della pastorale cristiana. Abbiamo cercato quest’anno di valorizzare soprattutto questo aspetto, anche limitando a tre i punti per valutare la complessità. Avvertiamo anche che, come potete notare, i tre punti vegono dati con relativa facilità. In questo modo vogliamo evitare che il concorso si trasformi in uno sfoggio di tecnica, col rischio di relegare la capanna in un angolino per far posto all’ultimo effetto speciale.
Oltre alla classifica, abiamo deciso, un po’ come nei festival dle Cinema, di attribuire delle “Menzioni speciali” per sottolineare alcune caratteristiche meritevoli di apprezzamento,al di là dei piazzamenti.
Menzione speciale alla parrocchia di San Vito per aver fatto rifluire in modo evidente nel presepe un lavoro pastorale sulla misercordia. Menzione speciale per l’espressività e l’umanità delle statue originali in ceramica della parrocchia del Crocifisso. Menzione speciale al Rione Montecavallo per l’originalità e la vivacità dell’allestimento. Menzione speciale per la Parrocchia di San Gaudenzo per l’originale ambientazione immersa nella storia dell’arte. Menzione speciale a San Giovanni Battista per aver reso in maniera suggestiva ed efficace un concetto teologico.
E veniamo alle classifiche, specificando che il presepe più bello non è quello che ci fa spalancare gli occhi, ma quello che ci induce a meditare.
Nella categoria dei presepi tradizionali abbiamo un pari merito fra Castelvecchio di Savignano e Bordonchio. Entrambe con un uso di effetti non fine a sé stesso. A Castelvecchio per narrare una storia in tre parti, a Bordonchio per illustrare la natività in modo più convenzionale, comunque portando l’attenzione sull’evento e i suoi protagonisti.
Al secondo posto abbiamo una terna di presepi diversi fra loro. L’associazione “La Ginestra” con una realizzazione ampia e tradizionale, la Parrocchia del Crocifisso con una ambientazione più semplice, ma statue di grande effetto e la suggestiva ambientazione di San Giovanni Battista. Belle realizzazioni anche fra i terzi posti, anche qui meritati grazie ad approcci diversi. Statue originali per Corpolò, una ambiendazione curata e ben studiata per San Vicinio, un articolato paesaggio per San Giuseppe al Porto.
Abbiamo premiato come presepe concettuale il Sacro Cuore di Bellaria per l’abilità di unire forme tradizionali, fra l’altro con statue e paesaggio di ottima fattura, all’illustrazione della natura per rendere omaggio all’enciclica “Laudato Si”. Alla parrocchia di San Vito e al Rione Montecavallo il secondo posto.
Fra le realizzazioni all’aperto primo posto a Roncofreddo, con un allestimento di ampio respiro. Per i presepi realizzati dai bambini primo posto alla parrocchia della Colonnella per la fantasia e l’originalità delle figure realizzate con la pasta.
Riccardo Ghinelli