Carbone. Tanto carbone hanno trovato nella calza della Befana i lavoratori di diverse aziende riminesi. Per alcuni i problemi sono iniziati con il 2012, per molti altri l’anno nuovo conferma le difficoltà dell’ultimo, se non degli ultimi anni. Orari ridotti, cassa integrazione (Cig), mobilità: l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, quando previsti, continua ad essere esteso in provincia, tant’è che per tutto il 2012 la Regione ha confermato gli ammortizzatori in deroga per i casi altrimenti scoperti.
La principale novità targata 2012 è per adesso il salvataggio “dagli occhi a mandorla” della Ferretti Yacht, alle prese con un debito da 650 milioni: 2.000 i dipendenti, 350 tra Cattolica e San Giovanni. Il 75% dell’azienda è passata di mano al gruppo cinese Shig-Weichai (investimento: 374 mln di euro), il restante 25% va ai creditori. L’operazione ha permesso di evitare il peggio anche se si aspetta di vedere cosa intende fare la nuova proprietà con la produzione.
Piange l’edilizia. Il 2011 si è chiuso a livello provinciale (fonte Inps) con 615.871 ore di cassa integrazione, il triplo rispetto a fine 2008. 5700 i dipendenti registrati dalla Cassa Mutua Edile contro i 7600 di tre anni fa, con 4 milioni di ore lavorate, 2 milioni meno del 2008. “Non facciamo che seguire accordi di cassa integrazione, mobilità e chiusure da parte di piccole aziende” spiega il segretario di Fillea Cgil Massimo Bellini. Il crollo è verticale e riguarda anche le grandi. Tra i nomi, la Cooperativa Muratori di Verucchio e la Cesic, cooperativa edile riccionese.
Soffre l’edilizia, tutt’altro che favorita da lavori sul territorio come quelli per la terza corsia dell’A14, per i quali, dice Bellini, “si ricorre a appalti e subappalti con imprese non locali”, ma soffrono anche molte imprese dell’indotto costruzioni. Il 9 gennaio è partita la cassa integrazione per 215 dipendenti delle Industrie Valentini, il gruppo che produce mobili da 200 milioni di euro di fatturato, guidato da Luigi Valentini, di recente salito alla cronaca per 20 milioni di euro rientrati con lo scudo fiscale. La Cig durerà 7 settimane. Ma a preoccupare i lavoratori c’è dell’altro: la disdetta unilaterale del contratto integrativo aziendale. Oggi il contratto prevede duemila euro l’anno di premio di produttività per dipendente. L’azienda ha chiesto di trasformare il premio da fisso a variabile, quindi incerto. Le prospettive sono amare: si parla di 2 milioni di perdita d’esercizio nel 2010, confermati nel 2011. Situazioni gravi si registrano anche alla Comeca di Morciano (finestre e porte) e alla Albini Fontanot di Cerasolo, nota per le sue scale. “Alla Comeca – aggiunge Bellini – la Cig straordinaria per 100 dipendenti è scaduta il 31 dicembre. Ora partirà un contratto di solidarietà finalizzato a far lavorare meno gli addetti per non mandare a casa nessuno”. La Cig straordinaria sta per partire invece alla Albini Fontanot, per un anno. 89 i dipendenti coinvolti tra Cerasolo e Verucchio. “Anche qui si assiste ad una forte contrazione degli ordini sul mercato italiano, mentre tiene quello estero” spiega il segretario di Fillea.
Non va meglio alla Alfa Srl di Novafeltria (gru per l’edilizia). Per tutti i 51 lavoratori è scattata la Cig straordinaria dal 1 settembre 2011. Durerà per tutto il 2012. “Al momento l’azienda non è operativa – osserva per Fim Cisl Luca Giacobbe -. È stata fatta una richiesta di concordato preventivo al Tribunale di Pesaro per verificare se può esserci un interesse da parte dei fornitori che devono avere i soldi. Eviterebbe la chiusura”. Preoccupazioni sull’andamento del mercato continuano ad esserci anche per la SCM: 45 dipendenti in esubero e Cig per 1.316 addetti nei vari stabilimenti del Gruppo, di cui 260 a zero ore. E continua a vedere nero la Masterwood dove la Cig straordinaria interessa dal 1 ottobre 2011 tutti i 107 dipendenti. “L’azienda sta cercando nuovi clienti ma ha avuto come molte altre aziende una grossa flessione verso la fine dell’anno” prosegue Giacobbe.
Sul fronte commerciale il 2012 porterà una riorganizzazione alla Mercatone Uno, 90 punti vendita e 4.500 dipendenti in tutta Italia, un centinaio in provincia tra Cerasolo e Rimini nord.
“Ancora non si parla di chiusura” chiarisce Massimiliano Gabrielli per Filcams Cgil, pur anticipando che è previsto per metà gennaio un incontro con l’azienda per discutere di un accordo di solidarietà per tutti i punti vendita dell’Emilia Romagna, e non solo. Riduzioni d’orario, full time ridotti a part-time e mobilità volontaria sono alcune ipotesi.
Infine il tessile-abbigliamento. Per ora non ci sono novità rispetto al 2011. “Si sta lavorando a pieno ritmo per l’uscita delle collezioni a febbraio” spiega Roberta Ceroni di Filctem Cgil. La prova del nove arriverà tra qualche mese. Intanto le preoccupazioni riguardano il credito. “I tagli rischiano di mettere in difficoltà anche aziende che finora hanno mantenuto i lavoratori”. Per ora la cassa integrazione interessa, dice Ceroni, “un numero limitato di persone nelle aziende sopra i 100 addetti”. Aeffe – per fare uno dei nomi più noti – ha dismesso delle linee. Quanto alle realtà più piccole, “ci sono parecchi conto terzisti che hanno saputo individuare mercati di nicchia strategici”. Una boccata d’ossigeno.
Alessandra Leardini