2010: “odissea” nella scuola

    Si parte dal 2010. Dal prossimo anno scolastico prenderà il via la Riforma della scuola: nuove regole per la formazione e il reclutamento dei docenti, riforma della scuola superiore, parità effettiva tra scuola statale e non statale. Questi i punti fondamentali illustrati dal ministro Mariastella Gelmini, responsabile del MIUR (Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca), nel corso del suo incontro al 30° Meeting di Rimini, venerdì 28 agosto, sul tema Una scuola che parla al futuro. “È doveroso per un Paese civile ed equo garantire ad ogni ragazzo una buona scuola dove possa formarsi, crescere e sviluppare il proprio io. – premette il ministro Gelmini – Tutto questo è possibile all’interno di un processo educativo nel quale esiste un rapporto tra persone e una proposta di valori anche nei programmi.
    La fondamentale funzione della scuola, ancor prima degli ordinamenti e delle riforme, è quella educativa”
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    Una “carriera” per i docenti
    Parlare di scuola non è facile, specie se è la politica a condurre il filo del discorso ma su “alcune linee di fondo si cerca di trovare un’ampia condivisione e un’assunzione di responsabilità da parte di soggetti diversi. – evidenzia il Ministro Gelmini – In fondo i Governi e i ministri passano, ma la scuola resta e in questi anni chi lavora e vive nella scuola soffre per i continui cambiamenti e i tentativi di riforma. Se si riesce a creare condivisione si dà anche stabilità all’istituzione scolastica, purtroppo, però, ancora non ci sono le condizioni politiche perché questo accada”.

    La formazione degli insegnanti
    Dopo il fallimento e la sospensione delle Siss (Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario) che non garantivano un posto di lavoro e aumentavano gli insegnanti “precari”, il Ministro ha presentato i suoi propositi per la formazione iniziale degli insegnanti, il loro reclutamento e carriera.
    “Oggi i docenti, in Italia, avanzano solo per anzianità non certo perché viene valutato e premiato, anche in termini retributivi, il loro lavoro. Non ci può essere una buona scuola se lasciamo solo allo spirito missionario degli insegnanti lo svolgimento del proprio dovere. La creazione di una carriera significa nobilitare questa professione per riconoscere la funzione, anche sociale, che l’insegnante svolge, creare le condizioni perché ci sia maggiore trasparenza e ci sia una scuola meritocratica. Tutto questo non per escludere, ma per premiare chi si impegna, valutare i risultati e permettere alle famiglie di avere le informazioni necessarie per applicare la libertà di scelta.
    Anche il reclutamento degli insegnanti va ripensato per una maggiore responsabilizzazione delle singole scuole nell’ambito dell’autonomia. Per quanto riguarda, invece, la formazione iniziale abbiamo aumentato le ore di tirocinio e coinvolto maggiormente le scuole per essere protagoniste di questo cambiamento. Non basta sapere, ma occorre saper insegnare e, durante il periodo di tirocinio, abbiamo previsto un docente esperto che possa accompagnare nella professione l’aspirante docente.
    Per raggiungere questi obiettivi occorre ragionare seriamente e serenamente senza pensare ad una scuola nè di destra nè di sinistra, ma pensare che la scuola appartiene al Paese e, soprattutto, alle giovani generazioni ”
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    Alle superiori
    “Dal 2010 partirà la riforma della scuola superiore frutto del lavoro svolto da Governi con colore diverso per una scuola in equilibrio tra tradizione e innovazione. – fa notare il Ministro – Una Riforma che salva e ammoderna il sistema dei Licei, unico al mondo, e dà pari dignità al sistema dell’istruzione tecnica e professionale perché non esistono indirizzi di serie A e di serie B. Anche l’istruzione tecnica e quella professionale hanno una grandissima importanza, specie in momenti di crisi come questo dove anche la scuola deve farsi carico dell’occupabilità dei giovani.
    Ci sarà un potenziamento della lingua inglese e della matematica, ma tutte le novità saranno presentate nei prossimi mesi ai docenti, con corsi di formazione in servizio, e alle famiglie per metterle nelle condizioni di poter scegliere l’indirizzo più adatto ai loro figli”
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    Il “nodo”della parità scolastica
    “L’organizzazione centralistica e mastodontica del Ministero e dell’istituzione scolastica probabilmente non rispondono più, con efficienza ed efficacia, alle esigenze della scuola. Occorre impiegare meglio le risorse limitate che sono a disposizione. L’autonomia scolastica e il federalismo fiscale, quindi, vanno vissuti come un’opportunità. Superiamo, una volta per sempre, la distinzione fra scuola statale e paritaria e quella aberrazione per cui una scuola non statale non sarebbe pubblica.
    Le scuole devono essere finanziate sulla base del costo di uno studente per il completamento di un corso di studi. Noi dobbiamo garantire a tutti buone scuole, sia statali che paritarie, e dare attuazione alla Costituzione. Ogni scuola deve poter gestire autonomamente i finanziamenti, l’importante è che ci sia trasparenza perché sulla base dei risultati queste risorse possano essere confermate, ridotte o aumentate. Per questo serve un sistema di valutazione esterno alla scuola, come l’INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione). Non dimentichiamo che ogni anno lo Stato risparmia 6 miliardi di euro grazie alle scuole paritarie. Questa non è una considerazione, è un dato oggettivo”Francesco Perez