Risolutezza, determinazione ed energia. Questi tre termini ben descrivono la personalità della giovane Silvia Mastromattei, una ragazza che non si è voluta fermare di fronte a ostacoli e divieti imposti, ma anzi ha deciso di superarli a testa alta. Facciamo un passo indietro per comprendere di cosa stiamo parlando. Correva l’anno 2021, da poco ci si era lasciati la pandemia alle spalle con le sue tante difficoltà, ristrettezze e vincoli, che già avevano sconvolto la realtà di tutti noi. Silvia giungeva al termine del proprio percorso accademico presso la facoltà di Culture e Pratiche della Moda, dell’Università di Bologna nel Campus di Rimini. Tutto apparentemente perfetto, se non fosse per un piccolo intoppo. I responsabili del corso di laurea di Silvia decidono di vietare i festeggiamenti e la conseguente celebrazione di proclamazione dei neo laureati. La causa? Schiamazzi e disordini degli anni precedenti avevano arrecato più di un danno. La soluzione? Niente più feste per nessuno. Il voto finale sarebbe arrivato semplicemente per posta elettronica.
Silvia non ci sta. Attraverso quest’intervista ci spiega tutti i dettagli della sua idea, che per altro ancora oggi è portata avanti con grande successo. Gli ingredienti? Spirito di iniziativa, fermezza e tanta pazienza. E un luogo d’eccellenza: il Cinema Fulgor.
Ciao Silvia, raccontaci. Quale progetto hai ideato? E come hai fatto per metterlo in pratica?
“Partiamo dal principio. Mancavano circa sei mesi alla fine del mio percorso in triennale, dovevo ancora sostenere due esami e stavo svolgendo il tirocinio curricolare mentre cercavo anche di portare a termine la tesi. Erano mesi alquanto frenetici e non vedevo l’ora di raggiungere il traguardo della laurea. Da sempre io e i miei compagni sapevamo che per il nostro corso non era prevista la festa di proclamazione, perché negli anni precedenti c’erano stati dei piccoli problemi nella gestione di alcune situazioni.
A me questa cosa rattristava da un lato perché si stava uscendo, non senza fatica, dal periodo Covid e desideravo più che mai tornare alla normalità, e dunque il pensiero di non poter nemmeno solennizzare un giorno così importante e avere al mio fianco amici e parenti mi rendeva quasi affranta; dall’altro lato provavo sentimenti di rabbia e indignazione perché per ‘colpa’ di altre persone, gli studenti che sono venuti dopo (tra cui, appunto, io e i miei compagni) non si sarebbero potuti godere uno dei giorni più emozionanti della propria vita. Partendo da questa mia riflessione, mi sono confrontata con i miei colleghi e compagni di avventura su un gruppo WhatsApp: avremmo potuto organizzare noi una proclamazione che fosse solo nostra. La voce si è sparsa in fretta e, rincuorata dal sostegno di tante altre persone, ho iniziato a cercare delle location che potessero ospitare questa mia idea. Dopo diverse visite sono giunta al Cinema Fulgor. Fin da subito sono rimasta affascinata, entrata nella sala ‘Federico Fellini’, dalla maestosità del velluto rosso e i dettagli in oro: sembrava il posto perfetto. Ho fatto il sopralluogo quel giorno con Linda Lazzari, responsabile (tra tante altre cose) di organizzare presso il Cinema gli eventi culturali, e ci siamo scambiate diverse informazioni. Da lì la macchina del progetto ha preso avvio. Linda è stata una figura importante, una ragazza fantastica e super disponibile che mi ha dato la possibilità di conoscere la realtà del Cinema Fulgor, svelandomi anche qualche retroscena del lavoro di chi organizza eventi. Mi sono dunque interfacciata con lei, io fungevo da ‘ponte’ tra il Cinema e i miei compagni”.
Una volta scelta la location, dunque, come hai continuato nella realizzazione del progetto?
“Abbiamo anzitutto deciso e fissato una data, poi raccolto e firmato la relativa documentazione, la parte più burocratica. In seguito ho raccolto in un file i titoli di tutte le tesi dei laureandi, con la relativa votazione, da inviare a chi gentilmente ha dato la propria disponibilità a proclamarci (un collaboratore esterno che si è prestato). Ho suddiviso gli studenti in gruppi di massimo 15 persone, per garantire a ogni candidato di invitare almeno una decina tra parenti e amici all’interno della sala”.
Come si svolge l’evento nello specifico?
“Il gruppo entra, ogni studente viene chiamato sul palco (uno per volta) e gli viene chiesto di illustrare in pochi minuti la propria tesi di laurea, gli viene annunciato il voto e il fotografo scatta la famosissima foto di proclamazione. Dalla prima festa di proclamazione che ho organizzato, ho poi affinato qualche dettaglio, ma in linea di massima l’evento si svolge così ancora oggi”.
Quindi dopo la proclamazione della tua laurea e quella dei tuoi colleghi di corso hai continuato a organizzare questo evento anche per negli anni successivi, giusto? E prosegue anche oggi?
“Sì, ho continuato a organizzarle, oramai sono arrivata a una decina di proclamazioni private di laurea, parliamo di circa 1.500 studenti. A marzo 2024 ne ho in programma un’altra, sono nel pieno dell’organizzazione! Devo dire che ogni proclamazione è a sé e necessita tutta la mia attenzione”.
Oggi che lavoro svolgi?
“Dopo la laurea mi sono trasferita a Milano e ho frequentato un master in Event Management allo IED (Istituto Europeo di Design, ndr). Adesso lavoro in una società dove ci occupiamo di Destination and Venue Management per eventi. Ho trovato la mia dimensione, sono innamorata di Milano e del lavoro che faccio. Sono sicura che questi due anni in cui mi sono occupata, e tuttora mi occupo, di organizzare le lauree (gratuitamente) mi abbia permesso di porre le basi per una organizzazione efficace, gestione delle persone e del tempo. La mia felicità nel fare questo? Vedere sempre gli studenti felici, soddisfatti ed emozionati in uno dei giorni più belli della propria vita”.