12° Rapporto sulle povertà Caritas – Meno poveri, ma più situazioni di disagio tra italiani (sempre più riminesi), disoccupati, separati, anziani soli e famiglie intere. Secondo il 12° Rapporto sulle povertà presentato il 2 aprile dalla Caritas diocesana – ormai un appuntamento fisso, l’unico a scattare una fotografia precisa dell’indigenza in tutte le sue sfaccettature, nel riminese – sono 6.079, 900 in meno rispetto al 2014, gli utenti incontrati complessivamente, nel 2015, dai Centri di ascolto attivi in diocesi. Di questi, 2.199 sono stati seguiti solo dalla Caritas di via Madonna della Scala: era dal 2008, osserva il Rapporto, che il numero non scendeva sotto le 2.200 unità. Il segno meno emerge in quasi tutti gli enti: la Mensa dei Frati registra 1.844 assistiti, 124 in meno rispetto al 2014; la Capanna di Betlemme 904, meno 82; gli Sportelli sociali dei comuni mostrano un trend simile: meno 453 a Rimini (1.238), meno 24 a Riccione (340), meno 127 nei comuni della Valmarecchia (154) e meno 32 a Bellaria Igea Marina (120).
Come spiega la responsabile dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse, Isabella Mancino, il calo rilevato su tutti i fronti “è da imputare principalmente alla diminuzione degli stranieri, molti dei quali tornati in patria o partiti per altre città europee”.
Aumentano gli italiani. Sono 2.088, il 34,3% (si fermavano al 20,5% nel 2010). I riminesi sono ormai più della metà (1.261) e tra questi, 310 sono nati in provincia. “Non si tratta più – prosegue Mancino – di italiani di passaggio, ma sempre più, come dimostrato anche dalla crescita di utenti anziani, di persone che vivono da tempo nel territorio o, addirittura, vi sono nate”. La maggior parte degli utenti italiani ha tra i 45 e i 55 anni.
800 stranieri in meno in un anno e oltre 1.300 in meno rispetto al 2013. Complessivamente, i cittadini non italiani seguiti sono 3.991: la maggioranza marocchini (786, il 62% residente in diocesi), quindi rumeni (775), ucraini (417) e albanesi (358). “In tre anni sono aumentati marocchini e senegalesi (un fenomeno nuovo quest’ultimo)mentre sono diminuiti rumeni, ucraini, albanesi e tunisini”.
Famiglie sempre più povere. Le persone coniugate sono, tra tutti gli utenti delle Caritas, la maggioranza. “Dati che dimostrano come siano le famiglie a pagare di più, oggi, gli effetti della crisi” continua la responsabile dell’Osservatorio. Dall’altra parte, però, anche la solitudine influisce notevolmente sulla condizione di povertà. Cresce la percentuale dei celibi e nubili che chiedono aiuto, +1,3% in due anni, per la maggior parte italiani (35%). In crescita rispetto al 2013 (+1%) i separati, il 54% dei quali uomini, anche qui soprattutto italiani. Più in generale, un utente su due di tutti i Centri di ascolto Caritas ha problemi famigliari.
Aumentano i senza dimora. Sono 1.815 (+3% in un anno) e uno su tre vive in strada da più di tre anni. Ma c’è anche un altro lato della medaglia: uno dei dati che più saltano all’occhio è che di tutti gli utenti Caritas, 304 persone (5%) vivono in una casa di proprietà. Nell’83% dei casi si tratta di famiglie italiane. Molte di queste hanno ancora il mutuo da estinguere, non riescono a far fronte alle rate da anni e rischiano di rimanere senza un tetto. Ma è notevolmente aumentato, nello stesso anno, anche il numero di famiglie che non pagano il canone d’affitto da diversi mesi, con 91 casi di ingiunzione di sfratto.
Sempre più disoccupati, pensionati e disabili. In soli due anni hanno bussato alle Caritas un 7% in più di senzalavoro (4.422). I disoccupati italiani hanno in media tra i 45 e i 55 anni, quelli stranieri sono più giovani (35-44). Sono 1.831 i senzalavoro che vivono con la propria famiglia. Cresce anche la presenza di pensionati in difficoltà, con 323 assistiti nel 2015 (5,3%), e di persone inabili al lavoro, 142 (2,3%).
Le motivazioni. Al primo posto spiccano i problemi economici (6.524 casi, +2,6%). Il 93% delle persone incontrate ha problemi di lavoro (5.686, +1,6%). In aumento del 7% i problemi relativi all’abitazione, del 6% i disagi di tipo famigliare, del 18% il numero di persone con problemi di salute.
Il carico di lavoro non diminuisce, anzi. A dispetto del calo degli utenti complessivi sono aumentate le risposte, a testimonianza della crescente complessità dei casi seguiti: “Ogni famiglia ha ricevuto in media 7 pacchi viveri contro i 5 dello scorso anno – aggiunge Mancino -. Ogni persona è stata accolta in media 14 notti contro le 11 del 2013 e sono in crescita anche i pasti offerti dalla Caritas diocesana: 97.055, 650 in più rispetto al 2014”. Le varie Caritas hanno elargito sussidi economici a 1.621 persone per un totale di 193.580 euro. Nel 2013 le donazioni erano state un terzo (511) per un valore di 121mila euro. Cresciute anche le donazioni di farmaci (503 a 253 persone, nel 2014 erano stati rispettivamente 420 e 209).
SOS salute. A questo tema è dedicato un approfondimento del Rapporto 2015 sulla povertà. “Come osservatorio – spiega la responsabile – abbiamo costituito un tavolo di lavoro con tutti gli enti pubblici e privati coinvolti. L’obiettivo è di proseguire anche quest’anno e di poter aprire un poliambulatorio per persone indigenti”.
Su 2.199 utenti della Caritas diocesana nel 2015, 283 hanno dichiarato problemi di salute (13%): 100 donne e 183 uomini ma rispetto al numero complessivo di utenti in entrambi i sessi le donne soffrono di più questa piaga (15% contro 12%) e due terzi hanno più di 45 anni. Tra le situazioni più complesse, i senza dimora non iscritti all’anagrafe, le persone completamente prive di reddito e cittadini stranieri comunitari con iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale scaduta.
Alessandra Leardini