Il mondo è sempre più piccolo. Negli anni, infatti, i tempi e soprattutto i costi dei viaggi si sono ampiamente abbassati, rendendo più semplice e agevole la scelta di fare le valigie e andare oltre confine. E, di conseguenza, sono aumentati anche gli stimoli a partire, vedere il mondo, fare esperienze possibili solo in altri paesi e culture. Per le generazioni più giovani il concetto di Stato, inteso come casa propria, non ha perso importanza ma è certamente ridimensionato: per i ragazzi di oggi il viaggio è una presenza costante nelle proprie vite, è visto come una normalità: la vera cittadinanza è quella globale.
Tanto che si è andati oltre il semplice concetto di turismo: sempre più giovani decidono di viaggiare non solo per vacanza, ma anche per arricchire la propria vita studentesca, professionale, o per dare il proprio contributo in ambito solidaristico. Per questi motivi sono sempre di più i progetti di scambio interculturale che permettono di svolgere periodi di studio, lavoro o volontariato non solo in altri paesi europei, ma in tutto il mondo.
Una “cultura dell’intercultura” sentita e presente anche nel nostro territorio: sono diversi, infatti, gli enti e i progetti che permettono ai giovani riminesi di fare le valigie e arricchirsi di esperienze oltre confine. Vediamole insieme.
Associazione Intercultura
Fondata nel 1955, per iniziativa di un gruppo di giovani che avevano vissuto esperienze all’estero, è una Onlus presente in 157 città italiane. Oltre 4.500 i volontari presenti su tutto il territorio nazionale. Il suo obiettivo? Promuovere il dialogo interculturale e contribuire alla costruzione di una nuova educazione alla pace, attraverso la realizzazione e il finanziamento di programmi scolastici internazionali, rivolti ai ragazzi delle superiori: ogni anno più di 2.200 studenti italiani trascorrono un periodo di studio all’estero, e circa 1.000 ragazzi da tutto il mondo vengono accolti nel nostro Paese. E a Rimini?
Il bando di concorso di quest’anno prevedeva diversi programmi di scambio internazionale: un intero anno scolastico nella maggioranza dei casi, oppure un periodo da 2 a 6 mesi sempre per andare a scuola all’estero o, in alternativa, un soggiorno linguistico della durata di un mese durante l’estate. Il tutto attraverso la possibilità di borse di studio totali o parziali, disponibili grazie ai fondi interni dell’Associazione e agli sponsor del progetto. Dei 2200 studenti selezionati, 15 sono i riminesi individuati dal Centro Locale di Rimini, che si recheranno presso selezionate famiglie di volontari che li ospiteranno per tutto il periodo. Diversi i paesi interessati dal progetto: i ragazzi riminesi andranno in Finlandia, Brasile, Costa Rica, Belgio fiammingo, Honduras, Panama, Cina, Regno Unito, Argentina, Cile, Canada, Stati Uniti e Australia. In preparazione, gli studenti hanno partecipato a un programma di formazione gestito dai volontari dell’Associazione, fondamentale per affrontare al meglio un’esperienza bella, ma intensa, come questa.
Volontari nel mondo: il progetto SVE
SVE, che sta per Servizio Volontario Europeo, ha sempre a cuore lo scambio culturale, ma declinato in un altro modo. Come intuibile dal nome, infatti, non è indirizzato agli studenti, ma a tutti coloro che vogliano mettersi in gioco nel mondo del volontariato e della solidarietà. Nato per iniziativa dell’Unione Europea (e inserito all’interno del progetto Erasmus+), lo SVE offre ai giovani tra i 18 e i 30 anni, e residenti in un paese dell’UE, un’esperienza di volontariato a tempo pieno e non pagato in uno stato estero, sia interno sia esterno all’Unione. Un progetto vantaggioso sotto molti punti di vista: lo SVE, di norma, assicura un corso di lingua (non obbligatorio) nel paese di destinazione del volontario, importante non solo a livello di arricchimento personale ma anche per meglio contribuire alle attività previste in quel paese, oltre a prevedere una copertura del 90% delle spese (viaggio, vitto e alloggio, trasporti locali e assicurazione). Infine, è garantita anche una piccola indennità mensile la cui entità varia da paese a paese (la cosiddetta pocket money).
Un ente riminese importante che da tempo è accreditato al Servizio Volontario Europeo è certamente la Comunità Papa Giovanni XXIII: gli ultimi progetti risalgono al 2018, per il quale l’Associazione di don Oreste metteva a disposizione quattro posti. Con il primo, Mediterranean: Sea of Peace, un volontario poteva recarsi al Cairo, per 6 mesi, per svolgere attività di integrazione per rifugiati e di sensibilizzazione su attività interculturali; mentre il secondo, BEST: Building Essential Skills for Tomorrow, metteva a disposizione due posti per recarsi a Vrgorac (Croazia) per dare il proprio contributo in una comunità terapeutica e un posto per Chisinau (Moldavia), presso un’organizzazione che accoglie minori svantaggiati. Entrambi i progetti avevano durata semestrale.
Erasmus… per tutti
Infine, non si può non citare il progetto di scambio interculturale per eccellenza: l’Erasmus. Tanto conosciuto e diffuso da identificare un’intera generazione (la cosiddetta ‘Generazione Erasmus’), il progetto permette agli studenti universitari europei di svolgere un periodo di studi negli atenei degli altri paesi dell’Unione, con la possibilità di farsi riconoscere i mesi trascorsi e gli esami sostenuti. Un progetto che permette un più rapido e genuino sviluppo di una coscienza europea, attraverso l’esperienza di vita diretta delle più giovani generazioni. Un progetto che a Rimini funziona: nell’anno accademico in corso, 2018/2019, il Campus di Rimini registra 152 studenti in uscita e 101 in entrata attraverso Erasmus, con gli arrivi che aumentano del 20% rispetto a un paio di anni fa. Le mete più ambite? Spagna, Portogallo e Francia. Ma non solo: a Rimini è possibile accedere anche a 4 borse di studio per tirocini post lauream all’estero, attraverso Erasmus+ Mobility for Placement, progetto che permette di partecipare a laboratori formativi finalizzati allo sviluppo dell’occupabilità personale (quindi guardando già al futuro lavorativo), ma declinata in ottica europea.
Inoltre, per concludere, l’Erasmus offre opportunità anche per il mondo del lavoro. Cade proprio quest’anno, infatti, il decimo anniversario dell’Erasmus for Young Entrepreneurs, dedicato ai giovani imprenditori. Nato nel 2009, il progetto ha lo scopo di favorire l’incontro, all’interno dell’UE, tra giovani imprenditori e le aziende già consolidate. In sostanza, l’Erasmus per imprenditori funge da intermediario: mette in contatto, attraverso le aziende partner nei vari paesi, i giovani e le imprese, in modo da dare la possibilità a tutti quegli imprenditori alle prime armi, ricchi di idee ma poveri di strumenti, di realizzare i propri piani di business. Il tutto, anche in questo caso, abbattendo i confini e amplificando la ‘cultura dell’intercultura’.