Perseguitati. È il titolo del nuovo libro di Nello Scavo, giornalista d’inchiesta per il quotidiano cattolico Avvenire. È un documentatissimo reportage di chi in ogni angolo del mondo viene perseguitato per la sola ragione di pregare il Dio di Gesù Cristo. I dati sono impressionanti: ll 75% delle violenze che, oggi, una minoranza religiosa subisce, riguarda i cristiani. Perché tanto odio?
Ne parliamo, in questa intervista, con l’autore del libro, che verrà presentato, in piazza, nei “Lunedì di Viserba” il 31 luglio alle ore 21.
Come nasce questo libro?
“Dalla necessità di andare a fondo. Non mi bastavano infatti le risposte preconfezionate sulla «guerra al cristianesimo» per ragioni strettamente religiose, come se l’essenza di una religione, sia essa l’islam o certe derive del buddismo nel sudest asiatico, così come l’induismo e lo stesso cristianesimo (laddove i cristiani venivano accusati di non essere vittime ma carnefici), contenessero nel loro Dna il germe dell’odio. Così ho provato a raccontare una delle ricadute della «terza guerra mondiale a pezzi» tante volte denunciata da Papa Francesco”.
Puoi farci una piccola mappa dove, secondo la tua esperienza sul campo, maggiori sono le violazioni?
“Secondo Open Doors International la Corea del Nord per il 15° anno di fila è il luogo peggiore al mondo dove essere cristiani. La Chiesa è interamente clandestina. C’è poi la Somalia dove gli islamici che si convertono al cristianesimo, se scoperti vanno incontro a morte certa. La Chiesa è pressoché totalmente clandestina o fortemente ostracizzata anche in Paesi come Afghanistan, Pakistan, Sudan, Iran ed Eritrea. La pressione anticristiana cresce rapidamente nelle regioni del Sud-Est Asiatico e dell’Asia Meridionale”.
ll 75% delle violenze che, oggi, una minoranza religiosa subisce riguarda i cristiani. Un dato impressionante. Qual è il fattore scatenante di tanto odio?
“Ci sono molte ragioni, ma in generale possiamo dire che si tratta di scontri per difendere un interesse. Sia esso di tipo economico, culturale, sociale, o di «supremazia religiosa». Il cristianesimo, infatti, non è mai privo di ricadute sociali e la novità che esso rappresenta viene spesso vissuta come una minaccia per chi ha fatto del sopruso, sotto qualsiasi forma, anche quelle apparentemente più innocue, una regola di vita”.
Colpisce, nel libro, il racconto delle umiliazioni e le violenze, che subiscono le donne cristiane…
“Ho cercato di ricostruire il tariffario delle schiave sessuali cristiane, le «condizioni contrattuali», nella compravendita delle donne, le angherie che molte sopportano spesso per proteggere i propri bambini. Ci sono casi di donne rimaste vedove e che avrebbero voluto togliersi la vita, una volta «comprate» da qualche miliziano, ma che hanno accettato il quotidiano martirio solo per non abbandonare i figli nelle mani dei mujaheddin”.
Hai raccolto testimonianze, documenti e atti top secret che confermano l’esistenza di piani per la sistematica eliminazione di comunità di credenti perché, secondo i regimi, creano destabilizzazione nella società. A chi ti riferisci in particolare?
“Ho rovistato nel passato dell’America Latina, trovando molte conferme sui piani anticristiani delle dittature militare spalleggiate dagli Usa. Uno spartito che non è cambiato al giorno d’oggi in molti Paesi africani, in Asia, nella penisola araba, solo per fare alcuni esempi”.
Hai attraversato le “trincee della fede”, dalla Cambogia alla Somalia. Ti sei imbattuto anche negli “007 della Fede”, come hai definito questi uomini coraggiosi. Chi sono e cosa fanno?
“Si tratta di cristiani, sia cattolici che protestanti, i quali affrontano enormi rischi per far arrivare il sostegno delle comunità di credenti ai gruppi perseguitati. Tra essi persone che mettono a repentaglio la loro vita per contrabbandare copie della Bibbia da far giungere alle chiese relegate nel silenzio”.
Tra tanto dolore c’è stato un episodio che ti ha destato una speranza per il futuro?
“Sono molti gli episodi che danno speranza e proprio alcuni di questi mi hanno spinto a continuare nell’inchiesta e scrivere il libro. Penso ad alcuni imam che nei Balcani hanno dato accoglienza a tanti profughi cristiani provenienti dalla Siria. Penso anche a quegli islamici che in Siria stanno proteggendo i loro amici cristiani, insomma a quei «samaritani» che non si girano dall’altra parte, ma si soffermano senza fare calcoli.
Nei “circoli” tradizionalisti Bergoglio viene accusato di fare poco per i cristiani perseguitati.
“Una accusa mostruosa… Ovunque il pontefice è percepito dai cristiani, anche da tante comunità protestanti, come un vero difensore dei diritti umani e l’unico leader in grado di agire a sostegno dei martiri del nostro tempo. Sapere che c’è qualcuno che chiede di pregare per loro, non è solo di grande consolazione, ma gli conferma di essere parte di una comunità universale”.
Nello Scavo, Perseguitati, Edizioni Piemme, Milano 2017, pagg. 300, € 18, 50