Furto a Rimini, rubano la corona e la collanina al quadro della Madonna miracolosa, nella chiesa di Santa Chiara. Si sono introdotti in sacrestia e poi in chiesa. E qui hanno asportato la corona d’oro e la collanina del quadro della Madonna della Misericordia di Santa Chiara, opera del pittore Giuseppe Soleri Brancaleoni (1796) esposto in chiesa per tutto il mese di maggio. Si tratta della Madonna della Misericordia che dalla sera dell’11 maggio 1850 mosse gli occhi, un prodigio che in epoca napoleonica cambiò la vita della città. La Madonna della Misericordia divenne la Patrona della Città e Diocesi di Rimini. Il 12 maggio è il giorno della festa; il 12 di ogni mese, in memoria del miracolo, vengono celebrate le s. messe con orario festivo.
Invece di festeggiarla, i soliti ignoti hanno pensato bene di compiere un odioso furto, di valore commerciale non rilevante.
Alle 12.30 il rettore don Sebastiano ha chiuso la chiesa come di consueto, e anche la porta della sacrestia a doppia mandata. Alle 13.15 il furto era già avvenuto, se n’è accorto lo stesso don Sebastiano e gli operai che sono al lavoro per il restauro della cappella di San Gaspare.
Un mese fa erano state trafugate tutte le chiavi dalla sacrestia. I Missionari del Preziosissimo Sangue hanno provveduto a cambiare tutte le serrature esterne ma non quella della sacrestia, da dove i ladri si sono poi introdotti in chiesa. In circa 30 minuti hanno preso una scala, smontato il quadro dalla teca in cui è conservato, i 3 pannelli con le relativi viti. Una volta asportata la corona e la collana, hanno lasciato tutto in ordine ai piedi dell’altare dove è esposta la venerata immagine. “Abbiamo denunciato il furto ai carabinieri – assicura don Sebastiano – . Corona e collana non hanno alto valore commerciale ma grande valore affettivo e di devozione”.
Il quadro della madonna della Misericordia ha una vita travagliata. Nel 1975, in occasione della peregrinatio a Riccione, i ladri asportarono la corona d’oro e la collana originali. In seguito al furto, i missionari fecero un concorso per rifare i monili. Quarant’anni dopo, un nuovo furto.